Amici,
lo scorso anno vivevamo un periodo di paura e confusione in cui, almeno io, ho esercitato tutta la speranza e la fiducia che il Signore ha voluto darmi e che porto ancora nel cuore. Eravamo nel picco della pandemia e nell’ occhio del ciclone. Ognuno di noi ha vissuto questo. Oggi c’è un nuovo picco e siamo di nuovo al centro anche se in modo diverso. Anche se l’alba è vicina.
Penso a quelle donne, in quel giardino che era già paradiso anche se non lo riconoscevano dopo quello che era successo, dopo la paura di quel terremoto, la confusione, la delusione, lo smarrimento. Come riconoscerlo tale nel buio di quell’alba che sarebbe arrivata dopo la notte, dopo le tante notti che si erano susseguite e che sembravano non finire mai? Il sole piano piano colora quel buio di rosso, di arancio, di giallo, i contorni degli alberi diventano sempre più definiti, il silenzio della notte del Sabato in cui si sente solo il calpestio delle donne che camminano veloci verso il sepolcro viene riempito piano piano dal debole sporadico pigolio di qualche uccellino. In silenzio lungo la strada, stordite dal dolore, le donne pronunciano forse, solo qualche frase sottovoce. Ed in quel silenzio assordante oltre alla mente davanti al quella tomba vuota, si ferma anche il cuore. Vuota. Vuota. Pensavano di aver già perso tutto ed invece ora non avevano nemmeno più il morto da piangere.
“E’ risorto, non è qui!” Mc 16, 6
Più forti del terremoto le parole dell’Angelo rompono definitivamente il silenzio ed aprono gli occhi alla Vita che li circonda. All’improvviso ricominciano a susseguirsi ed accavallarsi i pensieri, le emozioni, le voci, i sentimenti, le azioni, la corsa. Paura, gioia, confusione, incredulità. Non si può contenere questo. Bisogna correre, agire, dire, capire, fare anche se ancora non si sa cosa o come. Ma subito. Adesso. Presto!
In questa corsa si rinasce, si risorge. Si sente il dolore dei sassi sotto ai piedi nonostante le scarpe, il canto degli uccelli sempre più forte ed acuto urla la Vita che risorge, il profumo dei fiori e del mare arriva intenso più che mai nonostante la gola secca ed il fastidio al naso, la stanchezza si tramuta in forza, gli occhi che sono costretti ad essere attenti per evitare gli ostacoli si riempiono dei colori e della bellezza del giardino che finalmente riconosciamo.
E piano piano, in quella corsa verso gli apostoli, anche la gioia che parte dal cuore inizia a pervadere tutto, in quella stanchezza che si tramuta in forza di correre, in quel fiatone, in quelle soste dovute ad un corpo che, più debole dell’anima, non riesce a starle al passo, si ricomincia a vivere.
E’ appena avvenuto un primo incontro. Ce ne sarà presto un altro. Nello stesso giardino che riconosciamo finalmente come il luogo in cui il passaggio dalla morte alla Vita è già avvenuto e anche l’ultima traccia di morte è sparita.
Ed allora per questa Pasqua auguro a voi ed a me stessa di fare questa corsa folle affinché possiamo vivere pienamente la Resurrezione che è già tra noi.
Buona Pasqua a tutti.